I nemici invisibili sono quelli più difficili da combattere: lo sta scoprendo l’intero mondo dinanzi al COVID-19, lo stanno scoprendo le imprese vittime di Cyber Attack.
In entrambi i casi, il complice ideale è l’indifferenza o la superficialità durante le fasi iniziali, che dovrebbero invece essere caratterizzate da prevenzione.
In assenza di formazione, al momento del bisogno si è sempre impreparati.
Qual è il corretto processione di gestione del rischio cyber?
Come avviene la gestione e il trasferimento del rischio cyber?
In cosa consistono le polizze di trasferimento del rischio?
Come comportarsi in caso di cyber attack?
Cyber Risk: significato e standard internazionali
Viene definito cyber risk ogni rischio di perdita economica e/o finanziaria in seguito a eventi accidentali o dolose inerenti al sistema informatico.
Ne abbiamo già parlato: mentre le precauzioni scarseggiano, in Italia e nel Mondo in generale, il trend è in costante e pericoloso aumento.
Secondo una ricerca condotta dall’Osservatori.net su un campione di 180 aziende di grandi dimensioni, il 14% non ha un assessment, il 24% non ha alcun framework formalizzato per la valutazione del cyber risk, il 14% sviluppa il framework internamente mentre il 48% delle aziende basa la valutazione del rischio cyber su standard internazionali:
Esistono 4 principali standard internazionali da rispettare:
- NIST - Cybersecurity framework: Framework che supporta le aziende nella messa in campo di processi per la gestione della cybersecurity
- ISO/IEC 27001: Norma internazionale che definisce i requisiti per una corretta gestione dell’information security;
- OCTAVE: Framework per la definizione del livello di esposizione aziendale al rischio cyber;
- COBIT: Framework per la gestione e il controllo dei processi della funzione IT
Il corretto processo di gestione del rischio cyber
Per prima cosa è necessario identificare il rischio cyber: il tempo medio per identificare la violazione ammonta a 200 giorni.
La seconda fase è rappresentata dalla classificazione del rischi cyber, accompagnata dalla stima e dalla valutazione dei pericoli e delle conseguenze.
Poi avviene la mitigazione dei rischi attraverso la gestione o il trasferimento del rischio residuo.
Il rischio residuo e le polizze di trasferimento
Esiste la seria possibilità che il rischio cyber permanga dopo l’implementazione di azioni di mitigazione.
In questo caso il rischio può essere accettato oppure gestito e trasferito all’assicurazione tramite una polizza.
Un fenomeno diffuso soprattutto in Nord America (con l’87% delle polizze di trasferimento mondiali) e un mercato in grande crescita che da 3 anni fa registrare un aumento costante del 28% annuo ed è destinato a salire fino a 14 miliardi di dollari nel 2022 secondo i dati raccolti da Allied Market Research.
Lo scenario italiano delle polizze per trasferire il cyber risk
Nonostante il pericolo sia invisibile e sempre in agguato, dall’indagine dell’Osservatori emerge che il 23% delle aziende intervistate non ha polizze per trasferire il rischio cyber e l’11% non ha opinioni a riguardo.
Il 19% delle aziende ha polizze di trasferimento del rischio cyber, mentre l’11% ha polizze che coprono in parte il cyber risk.
Il restante 37% di aziende intervistate afferma di essere in fase di valutazione, magari consapevoli dei rischi, ma non ancora convinte dei benefici.
Rispetto all’indagine di un anno prima, un dato in forte aumento: la percentuale di aziende che 12 mesi prima stavano valutando la sottoscrizione di polizze era fermo al 25%.